a cura di Jean Carmel Provenzano

Corte di Giustizia dell’Unione Europea, cause riunite C-274/11 e C-295/11.
Nel 2014 il brevetto unico europeo, approvato in seguito ad una cooperazione rafforzata, sarà finalmente operativo. A niente sono valsi i ricorsi presentati presso la corte dell’UE dalla Spagna ed Italia, paesi esclusi da tale cooperazione in quanto si sono rifiutati di aderire al trilinguismo (francese, tedesco ed inglese) predisposto per la domanda di deposito del brevetto. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha, infatti, confermato la legittimità dell’utilizzo della cooperazione rafforzata in questo settore, bocciando l’annullamento richiesto dalle ricorrenti. Italia e Spagna ricordano come materie quali la proprietà intellettuale, siano di competenza esclusiva dell’Unione, e quindi come non possa essere autorizzata una tale cooperazione. Inoltre si lamentava una violazione del principio dell’unanimità, non avendo preso in considerazione i loro voti contrari nella decisione. Secondo il giudizio della Corte “nulla vieta agli Stati membri di instaurare tra loro una cooperazione rafforzata nell’ambito delle competenze dell’Unione che, secondo i Trattati, devono essere esercitate all’unanimità”. Al contrario, “emerge che tali competenze si prestano a una cooperazione rafforzata e che in tal caso – sempre che il Consiglio non abbia deciso che si deliberi a maggioranza qualificata – l’unanimità sarà costituita dai voti dei soli Stati membri partecipanti”. Proseguendo nel suo ragionamento la corte rileva come il Consiglio, dopo aver constatato che il brevetto unitario “non poteva essere instaurato entro un termine ragionevole dall’Unione nel suo insieme”, ha ritenuto giustamente di ricorrere alla cooperazione rafforzata per favorire il processo di integrazione, senza che vi fosse alcun sviamento di potere o tentativo di elusione dell’unanimità. Tanto più che il Consiglio “ha verificato con cura e imparzialità la sussistenza del presupposto dell’ultima istanza”. A ciò si aggiunga che gli Stati membri non partecipanti alla cooperazione rafforzata non subiscono una lesione perché possono, in ogni caso, aderire al brevetto unico. Si è dunque arrivati alla nascita di un brevetto unico Europeo, che sarà però valido solo in 25 Paesi (cioè tutti eccetto Italia e Spagna). Questo significa che un’impresa (o un privato) che vorrà essere tutelata in tutta l’UE, dovrà presentare tre domande: una per il brevetto unico Europeo, un’altra per il brevetto Italiano ed infine una per il brevetto Spagnolo. Tuttavia Italia e Spagna potranno anche in seguito entrare a far parte del sistema; un sistema che garantisce una notevole riduzione dei costi di deposito e uno snellimento nelle procedure.

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