OSSERVATORIO SUL RISPETTO DEI DIRITTI FONDAMENTALI IN EUROPA

 

Newsletter n. 47

 

15 novembre 2014

 

 

 

Aggiornamento sulla giurisprudenza e sugli atti rilevanti per la protezione dei diritti fondamentali inseriti nel sito www.europeanrights.eu

 

 

Per il Consiglio d’Europa segnaliamo le seguenti risoluzioni e raccomandazioni:

 

dell’Assemblea parlamentare:

 

  • la Risoluzione 2020 e la Raccomandazione 2056 del 3.10.2014, “Le alternative alla detenzione dei minori migranti”;
  • la Risoluzione 2016 e la Raccomandazione 2055 del 2.10.2014 “Le minacce contro l’umanità poste in essere dal gruppo terrorista conosciuto come ‘IS’: la violenza contro i cristiani e altre comunità religiose o etniche”;

 

e i seguenti atti del Comitato contro la tortura:

 

  • 31.10.2014, pubblicazione delle osservazioni preliminari del CPT dopo la visita in Finlandia del settembre/ottobre 2014;
  • 16.10.2014, pubblicazione del rapporto del CPT sulla Grecia.

 

 

Per la Corte di giustizia abbiamo inserito le sentenze:

 

  • 5.11.2014, C‑166/13, Mukarubega, sul diritto di un cittadino di un paese terzo il cui soggiorno è irregolare di essere ascoltato prima dell’adozione di una decisione di rimpatrio che lo riguarda;
  • 5.11.2014, C‑311/13, Tümer, in materia di tutela dei lavoratori subordinati in caso di insolvenza del datore di lavoro;
  • 5.11.2014, C-476/12, Österreichischer Gewerkschaftsbund, sul principio di non discriminazione nei confronti dei lavoratori a tempo parziale;
  • 23.10.2014, C-437/13, Unitrading Ltd, sulla prova dell’origine di merci importate ed il diritto ad una tutela giurisdizionale effettiva;
  • 23.10.2014, cause riunite C-359/11 e C-400/11, Alexandra Schulz e Josef Egbringhoff, sui contratti conclusi con i consumatori nell’ambito dell’obbligo generale di approvvigionamento di energia elettrica e di gas naturale e la tutela dei consumatori;
  • 22.10.2014, cause riunite C-344/13 e C-367/13, Cristiano Blanco e Pier Paola Frabetti, sulla libera prestazione di servizi e il gioco d’azzardo;
  • 15.10.2014, C-221/13, Teresa Mascellani, sulla trasformazione di un contratto di lavoro a tempo parziale in uno a tempo pieno senza il consenso del lavoratore;
  • 9.10.2014, C-376/14 PPU, C c. M, sulla responsabilità genitoriale e la tutela del minore;
  • 9.10.2014, C-268/13, Elena Petru, sulle cure ospedaliere prestate in uno Stato membro diverso da quello di residenza dell’assicurato;
  • 2.10.2014, C-101/13, U c. Stadt Karlsruhe, sull’indicazione del cognome alla nascita sulla pagina dei dati anagrafici del passaporto e sulla tutela del nome;
  • 2.10.2014, C-127/13 P, Guido Strack, sul diritto al contraddittorio, sul diritto di accesso ai documenti, sulla protezione dei dati personali;
  • 1.10.2014, C-436/13, E. c. B., sulla responsabilità genitoriale e l’affidamento del minore;
  • 18.09.2014, C-487/12, Vueling Airlines SA, sulle tariffe di trasporto aereo e la tutela dei consumatori;
  • 18.09.2014, C-549/13, Bundesdruckerei GmbH, sulla libera prestazione di servizi e la protezione salariale;
  • 17.09.2014, C-562/12, Liivimaa Lihaveis MTÜ, sulla impugnabilità di una decisione adottata da un comitato di sorveglianza nell’ambito di un programma operativo stipulato tra due Stati membri e sul diritto ad una tutela giurisdizionale effettiva;
  • 11.09.2014, C-91/13, Essent Energie Productie BV, sulla libertà di stabilimento, la libera prestazione di servizi e le condizioni d’accesso all’occupazione di lavoratori di paesi terzi;
  • 11.09.2014, C-328/13, Österreichischer Gewerkschaftsbund, sul mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimenti di imprese, di stabilimenti o di loro parti e sui contratti collettivi;
  • 11.09.2014, C-394/13, Ministerstvo práce a sociálních věcí, sulla previdenza sociale dei lavoratori migranti;
  • 3.07.2014, cause riunite C-362/13, C-363/13, C-407/13, Maurizio Fiamingo, Leonardo Zappalà, Francesco Rotondo e a., sulle misure dirette a prevenire il ricorso abusivo ai contratti a tempo determinato.

 

Il parere 1/13 del 14.10.2014, sulla competenza dell’UE per l’accettazione dell’adesione di un paese terzo alla Convenzione sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori, conclusa all’Aia il 25 ottobre 1980.

 

 

Per la Corte europea dei diritti umani segnaliamo le sentenze:

 

  • 4.11.2014, sentenza di Grande      Camera, Tarakhel c. Svizzera (n.      29217/12), secondo cui il rinvio in Italia di una famiglia di richiedenti      asilo afghani, in applicazione del Regolamento di Dublino, senza che le      autorità svizzere avessero ottenuto garanzie sufficienti di un trattamento      adeguato all’età dei bambini, contravviene al divieto di trattamenti      inumani o degradanti, tenuto conto dell’attuale situazione del sistema di      accoglienza in Italia;
  • 28.10.2014, Peltereau-Villeneuve c. Svizzera      (n. 60101/09), secondo cui viola il principio di presunzione di innocenza      un’ordinanza di archiviazione per prescrizione in cui si afferma la      colpevolezza del ricorrente;
  • 23.10.2014, Mamazhonov c. Russia (n. 17239/13),      sulla scomparsa di un ricorrente uzbeko e la necessità di una maggiore      protezione nei casi di estradizione;
  • 23.10.2014, Furcht c. Germania (n. 54648/09),      secondo cui il processo a carico di un imputato per traffico di droga,      convinto a compiere le azioni illegali di cui era accusato da poliziotti      sotto copertura, non era equo e i Tribunali tedeschi non avrebbero dovuto      usare a suo carico le prove ottenute in quel modo;
  • 23.10.2014, Melo Tadeu c. Portogallo (n.      27785/10), secondo cui, rifiutando di prendere in considerazione      l’archiviazione in sede penale del reato di frode fiscale contestato alla      ricorrente, l’amministrazione e le giurisdizioni fiscali hanno violato il      principio di presunzione di innocenza;
  • 21.10.2014, Murat Vural c. Turchia (n.      9540/07), secondo cui una pena di 13 anni di carcere per aver versato      della pittura su una statua di Atatürk era manifestamente sproporzionata e      costituiva violazione del diritto a elezioni libere a alla libertà di      manifestazione del pensiero;
  • 21.10.2014, Sharifi e altri c. Italia e Grecia      (n. 16643/09), sulle espulsioni collettive indiscriminate dei migranti      afghani disposte dalle autorità italiane, che li avrebbero anche privati      dell’accesso alla procedura di asilo in Grecia;
  • 14.10.2014, Baytar c. Turchia (n. 45440/04),      secondo cui l’assistenza di un interprete deve essere garantita durante      ogni fase dell’inchiesta;
  • 09.10.2014, Konovalova c. Russia (n. 37873/04),      secondo cui le disposizioni che avevano autorizzato degli studenti di      medicina ad assistere a un parto senza l’accordo espresso della madre      violavano il diritto al rispetto della vita privata: la legge vigente al      momento del fatto non conteneva infatti alcuna garanzia riguardo al      diritto delle pazienti al rispetto della loro vita privata;
  • 30.9.2014, Anzhelo Georgiev e altri c. Bulgaria (n. 51284/09), sull’utilizzo da parte della polizia di armi per elettrochoc (Taser) durante l’irruzione negli uffici di una società di servizi internet e sull’inadeguatezza dell’inchiesta sulla legalità del ricorso a quelle armi;
  • 23.9.2014, Valle Pierimpiè Società Agricola S.p.a c. Italia (n. 46154/11), sulla dichiarazione di appartenenza al demanio pubblico di una valle destinata alla pesca senza alcun indennizzo per la società che ne risultava formalmente proprietaria ed anzi imponendo alla stessa il pagamento di una indennità per l’occupazione senza titolo;
  • 18.09.2014, sentenza di Grande Camera, Mocanu e altri c. Romania (n. 10865/09, 32431/08 e 45886/07), sull’assenza di un’inchiesta effettiva in seguito ai maltrattamenti subiti da un uomo durante le manifestazioni del giugno 1990 contro il regime rumeno;
  • 4.9.2014, Trabelsi c. Belgio (n. 140/10), sull’estradizione verso uno Stato non parte della Convenzione, nel quale il ricorrente potrebbe essere condannato all’ergastolo senza possibilità di liberazione condizionale;
  • 18.09.2014, Bljakaj      e altri c. Croazia (n. 74448/12), sulla violazione da parte della      polizia dell’obbligo di proteggere la vita di un avvocato, ucciso da uno      squilibrato;
  • 16.9.2014, Plechkov      c. Romania (n.      1660/03), sulla condanna subita dal ricorrente per avere pescato nelle      acque territoriali in contrasto con una Convenzione delle Nazioni Unite      sul diritto del mare, che non era chiaramente conoscibile;
  • 16.9.2014, Mansur      Yalçın e altri c. Turchia (n.      21163/11), sulla mancanza di obiettività e di pluralismo nell’insegnamento      religioso e sulla possibilità di essere dispensati dai corsi obbligatori;
  • 16.9.2014, Karácsony      e altri c. Ungheria (n. 42461/13),      sull’imposizione di contravvenzioni a dei parlamentari dell’opposizione      per aver mostrato dei poster durante le votazioni;

 

e la decisione:

 

  • 25.9.2014, Stella      e altri c. Italia (n.      49169/09), in tema di sovrappopolazione carceraria: la Corte dichiara il      ricorso irricevibile, perché, a seguito della sentenza-pilota (8.5.2013, Torreggiani e altri) l’Italia ha      adottato una serie di misure tendenti a risolvere il problema ed, in      particolare, il decreto legge n. 92/2014 che consente di ottenere      un’adeguata compensazione in sede nazionale.

 

 

In ambito extraeuropeo abbiamo inserito:

 

  • la sentenza dell’United      States Court of Appeals for the Sixth Circuit del 06.11.2014, che      ha ribaltato le decisioni delle corti distrettuali degli Stati del      Michigan, Ohio, Kentucky e Tennessee, sostenendo che il mutamento della      definizione tradizionale di matrimonio, al fine di includere le persone      dello stesso sesso, è materia demandata all’evoluzione legislativa di uno      Stato e non alla decisione di una corte;
  • la sentenza dell’United      States District Court District of Puerto Rico del 21.10.2014, che      ha rigettato il ricorso promosso contro l’articolo 68 del Codice Civile      che definisce il matrimonio come “derivante da un contratto civile con cui      un uomo e una donna acconsentono reciprocamente a divenire marito e      moglie”, riaffermando il valore di precedente vincolante della sentenza Baker v. Nelson della Corte      Suprema;
  • l’ordinanza dell’United      States District Court for the District of Wyoming del 17.10.2014,      l’ordinanza dell’United States      District Court District of Arizona del 16.10.2014, l’ordinanza      dell’United States District Court      District of Alaska del 12.10.2014, l’ordinanza dell’United States District Court Western      District of North Carolina, Charlotte Division del 10.10.2014, e      la sentenza della 15th      Judicial District Court, Parish of Lafayette, State of Louisiana      del 22.09.2014, che hanno sancito l’illegittimità costituzionale delle      disposizioni legislative dei rispettivi Stati che proibiscono il      matrimonio fra persone dello stesso sesso;
  • la sentenza della Supreme      Court of Canada del 10.10.2014, che si pronuncia a favore      dell’applicabilità, ai sensi dello State      Immunity Act, del principio dell’immunità degli Stati ai procedimenti      civili promossi dinnanzi alle corti canadesi per atti di tortura commessi,      nel loro paese, da funzionari di uno Stato straniero, richiamando anche la      sentenza Jones e altri c. Regno      Unito della Corte di Strasburgo;
  • le sentenze dell’United      States Court of Appeals for the Ninth Circuit del 07.10.2014,      dell’United States Court of      Appeals for the Seventh Circuit del 04.09.2014 e dell’United States Court of Appeals for      the Fourth Circuit del 28.07.2014, che hanno sancito      l’illegittimità costituzionale delle disposizioni legislative degli Stati      dell’Idaho, Nevada (la prima), Indiana, Wisconsin (la seconda) e Virginia      (l’ultima) che proibivano il matrimonio fra persone dello stesso sesso,      confermando le decisioni delle corti distrettuali di tali Stati (con      eccezione della causa Sevcik v.      Sandoval dell’United States District Court for the District of Nevada      la cui decisione è stata ribaltata dalla corte d’appello);
  • l’ordinanza della Supreme      Court of the United States del 06.10.2014, con cui la corte ha      respinto i ricorsi promossi contro le decisioni delle corti d’appello che      avevano dichiarato incostituzionali le disposizioni legislative degli      Stati dell’Indiana, Oklahoma, Utah, Virginia e Wisconsin che proibivano il      matrimonio fra persone dello stesso sesso;
  • le sentenze dell’Appeals      Chamber del Tribunale Penale      Internazionale per il Ruanda del 29.09.2014, causa Callixte Nzabonimana v. the Prosecutor,      che ha parzialmente accolto il ricorso dell’imputato, pur confermando la      condanna all’ergastolo alla luce delle decisioni assunte in merito agli      ulteriori capi d’accusa; del 29.09.2014, causa Ildéphonse Nizeyimana v. the Prosecutor, che ha parzialmente      riformato la sentenza di primo grado emessa nei confronti dell’imputato,      riducendo l’entità della pena dall’ergastolo a 35 anni di reclusione; e      del 29.09.2014, causa Édouard      Karemera, Matthieu Ngirumpatse v. the Prosecutor, che ha confermato la      sentenza di primo grado, pur ribaltando talune conclusioni della Trial Chamber;
  • la sentenza della Federal      Court of Australia del 05.09.2014, che, confermando la decisione      della corte di grado inferiore, si è espressa a favore della brevettabilità,      alla luce della legge australiana in materia (Statute of Monopolies), dei segmenti naturali di acido      nucleico (DNA ed RNA) che siano stati isolati;
  • la sentenza dell’United      States District Court Eastern District of Louisiana del      03.09.2014, secondo cui le disposizione legislative dello Stato che      vietano il matrimonio fra persone dello stesso sesso non violano le      garanzie di cui all’Equal Protection      Clause e alla Due Process Clause      della costituzione degli Stati Uniti;
  • la sentenza della Corte      Interamericana dei Diritti Umani del 27.08.2014, causa Hermanos Landaeta Mejías y otros vs.      Venezuela, che ha condannato lo Stato per violazione dei diritti alla      vita, alla libertà personale, all’integrità personale e alla tutela      giurisdizionale effettiva in relazione alle esecuzioni extragiudiziali dei      fratelli Landaeta Mejías compiute, in circostanze differenti, ad opera di      agenti di polizia dello Stato di Aragua nel corso del 1996.

 

 

Per quanto riguarda le giurisprudenze nazionali meritano di essere segnalate:

 

  • Belgio: le sentenze della Cour Constitutionnelle n. 153/2014 del 16.10.2014 che ha sancito la legittimità costituzionale dell’articolo 4, paragrafo 7, della legge 5 aprile 2014, relativo alla “sanzione” applicabile in caso di superamento delle soglie stabilite per il cumulo delle pensioni pubbliche con introiti provenienti da attività professionale o con un reddito sostitutivo, richiamando la giurisprudenza della Corte di Strasburgo; n. 139/2014 del 25.09.2014, che si pronuncia sulla legittimità costituzionale di talune disposizioni dell’articolo 330 del Codice Civile, relativo all’azione di disconoscimento della paternità, richiamando la giurisprudenza della Corte di Strasburgo in tema di diritto al rispetto della vita privata e familiare; e n. 132/2014 del 25.09.2014, che ha sancito l’illegittimità costituzionale, per violazione del diritto di proprietà, dell’articolo 30, paragrafo 1, comma 4, della legge 30 dicembre 1970, poiché non prevedeva un diritto di retrocessione per le ipotesi di espropriazione in esso previste;
  • Irlanda: le sentenze dell’High Court del 16.10.2014, sull’asserita violazione del principio di equivalenza comunitario, con specifico riguardo a talune disposizioni in tema di protezione sussidiaria confrontate con le corrispondenti norme interne sul diritto d’asilo, che richiama la giurisprudenza della Corte di giustizia; del 05.09.2014, in tema di ricongiungimento familiare, che applica l’articolo 8 CEDU; e del 31.07.2014, sull’operatività dell’articolo 8 CEDU in relazione a provvedimenti di espulsione disposti dalle autorità statali;
  • Lettonia: la sentenza della Satversmes Tiesa (Corte costituzionale) del 07.07.2014, che si pronuncia sulla compatibilità di talune disposizioni della Law on Residential Tenancy con il diritto di proprietà, richiamando la giurisprudenza della Corte di Strasburgo;
  • Portogallo: le sentenze del Tribunal Constitucional n. 578/2014 del 28.08.2014, che ha sancito l’illegittimità costituzionale, per violazione del diritto alla libertà religiosa, dell’articolo 9, n. 1, del Decreto della Regione Autonoma di Madeira nella parte in cui prevedeva una dichiarazione espressa al fine dell’esonero dalla frequenza obbligatoria di corsi scolastici di educazione morale e religiosa, richiamando le disposizioni della CEDU e della Carta dei diritti fondamentali UE e la giurisprudenza della Corte di Strasburgo; e n. 575/2014 e 574/2014 del 14.08.2014, che si pronuncia sul ricorso preventivo di costituzionalità promosso con riguardo a talune disposizioni contenute nei Decreti 262/XII e 264/XII (rispettivamente, l’introduzione di un contributo di solidarietà sulle pensioni erogate dal sistema previdenziale pubblico e la revisione del metodo di rivalutazione annuale delle pensioni ed una riduzione temporanea delle retribuzioni totali lorde mensili dei lavoratori del pubblico impiego) volte, secondo le motivazioni addotte, a dare attuazione agli obblighi internazionali dello Stato discendenti, in particolare, dal Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, dal Patto di Stabilità e Crescita e dal Fiscal Compact;
  • Repubblica Ceca: la sentenza dell’Ústavní soud (Corte costituzionale) dell’11.06.2014, che annulla la sentenza di condanna all’espulsione a tempo indeterminato dal territorio dello Stato, comminata al ricorrente dalle corti di grado inferiore, per violazione del diritto ad un processo equo e del principio di legalità, richiamando le linee guida della Corte di Strasburgo in materia;
  • Slovenia: la sentenza dell’Ustavno Sodišče (Corte costituzionale) del 03.07.2014, che, alla luce della giurisprudenza delle Corti di Strasburgo e Lussemburgo, ha sancito l’illegittimità costituzionale dell’articolo 163 dell’Electronic Communications Act (di trasposizione della Direttiva 2006/24/CE, “Direttiva sulla conservazione dei dati”), che prescriveva in modo esplicito ai fornitori di servizi l’obbligo di conservazione dei dati di traffico, e di tutti gli articoli ad esso connessi, per violazione del diritto alla protezione dei dati personali; con ordinanza del 26 settembre 2013 la Corte aveva sospeso l’esame del procedimento in attesa della decisione della Corte di giustizia nell’ambito delle cause riunite C-293/12 e C-594/12 Digital Rights Ireland Ltd. c. Minister for Communications, Marine and Natural Resources et al. e Kärntner Landesregierung et al.;
  • Francia: le sentenze della Cour de cassation n.      5372/2014 del 1.10.2014, che, in relazione ad un caso di detenzione      preventiva esaminato dalla Chambre      de l’instruction, ritiene non siano state violate le norme della CEDU;      n. 4039/2014 del 16.09.2014, che esamina alcuni articoli del codice di      procedura penale francese alla luce della CEDU (diritto ad un giusto      processo); n. 4018/2014 del 16.9.2014 che, in un caso di diffamazione,      richiama le norme della CEDU; e n. 4421/2014 del 24.8.2014, che, in un      caso di confisca, ritiene non violate le norme della CEDU;
  • Germania: la sentenza del Bundesverwaltungsgericht      (Corte amministrativa federale) del 6.06.2014, che richiama l’articolo 4      della Carta dei diritti UE e il Regolamento di Dublino in materia di asilo,      in ordine al trasferimento di un richiedente asilo in Italia; la sentenza      dell’Oberverwaltungsgericht Lüneburg (Corte d’appello      amministrativa di Lüneburg) n. 9 LB 2.13 del 28.07.2014, che, in      ordine alla richiesta di asilo di un rifugiato afgano in fuga da      reclutamento forzato e a rischio di vendetta da parte dei talebani,      applica l’articolo 3 CEDU; e la sentenza del Landesarbeitsgericht Düsseldorf (Corte d’appello di      Düsseldorf) del 5.6.2014, che nega ogni risarcimento per un licenziamento      disciplinare di un organista di una parrocchia, licenziato poiché aveva      una relazione clandestina, nonostante la condanna della Germania da parte      della Corte di Strasburgo per violazione dell’articolo 8 CEDU;
  • Gran      Bretagna:      la sentenza dell’United Kingdom      Supreme Court del 30.07.2014, inerente il divieto di      discriminazione in base all’origine etnica e la proibizione della      schiavitù e del lavoro forzato; le sentenze della England and Wales High Court del 22.10.2014, sulla      compatibilità dei tagli ai sussidi statali per l’abitazione con gli      articoli 8 e 14 CEDU e sulla possibilità che tale scelta politica sia      valutata nel merito in sede giudiziaria; del 14.10.2014, in materia di      equo processo e obbligo da parte dello Stato di fornire informazioni      coperte da segreto di stato per ragioni di sicurezza nazionale; del      30.09.2014, sui limiti posti alla revisione, in sede giudiziaria, della      decisione dell’autorità locale competente a chiudere una residenza per      assistenza agli anziani, in cui la Corte stabilisce che né le norme in      materia di non discriminazione dell’Equality      Act né quelle inerenti i diritti umani attribuiscono tale potere alle      corti; e del 25.09.2014, in cui la Corte      si interroga sulla possibilità di censurare una campagna di critica verso      le attrazioni di alcuni parchi di divertimento, alla luce del fatto che      tali iniziative di protesta possano risultare moleste per i soggetti a cui      sono inviate tramite la rete; la sentenza dell’England and Wales Court of Appeal del 30.10.2014, che      esclude, nel caso in esame, che la dottrina dell’act of state possa essere invocata come limite alla      giurisdizione delle corti inglesi per pronunciarsi in merito alla      responsabilità di funzionari britannici per gravi violazioni dei diritti      umani riguardanti, nello specifico, il presunto rapimento e illegale      trasferimento dei ricorrenti in Libia da parte di agenti americani e      libici, con la complicità dei servizi segreti britannici, dove furono      sottoposti a detenzione e tortura; e del 31.07.2014, sulla compatibilità      del criterio della residenza di almeno tre anni sul territorio inglese per      potere accedere ai prestiti per lo studio con il diritto alla proprietà e      a non essere discriminati; la sentenza della England and Wales Court of Protection      dell’08.10.2014, in tema di testamento biologico, trattamenti sanitari,      autodeterminazione e diritto alla vita; e la sentenza dell’England and Wales Family Court      del 06.08.2014, sul ricorso al gratuito patrocinio in materia civile per      cause riguardanti i diritti dei minori;
  • Italia: le sentenze della Corte costituzionale n.      238/2014 del 22.10.2014, che ha stabilito che  l’immunità      degli Stati esteri dalla giurisdizione civile per gli atti compiuti      nell’esercizio di poteri sovrani, riconosciuta dal diritto internazionale,      e fatta valere con successo dalla Germania avanti la Corte internazionale      dell’Aja, non può valere ad escludere l’accesso alla giurisdizione di      fronte ai giudici italiani in relazione ad azioni per danni derivanti da      crimini di guerra e contro l’umanità, lesivi di diritti inviolabili della      persona, e ha dichiarato l’incostituzionalità di alcune norme di ratifica      di Trattati internazionali sul punto; e n.      226/2014 del 26.9.2014, che in materia di trattamenti pensionistici e di      retroattività di una legge di interpretazione autentica, esamina      l’orientamento della Corte di Strasburgo; le sentenze della Corte      di cassazione n. 37577/2014 del 17.9.2014, che, ribadendo la      punibilità come reato del saluto romano, richiama l’articolo 10 della CEDU      e gli articoli 21 e 22 della Carta dei diritti UE; n. 18861/2014      dell’8.9.2014, che, in materia di contratto di somministrazione, richiama      la sentenza Della Rocca della      Corte di giustizia; n. 18523/2014 del 2.9.2014, che, in ordine ad un      controversia sull’esclusione di disabili da un concorso pubblico riservato      a cittadini italiani e dell’Unione europea, richiama l’articolo 15 della      Carta dei diritti UE, la Convenzione Onu sulla disabilità e l’articolo 14      CEDU, escludendone la violazione; n. 17892/2014 del 14.8.2014, che, in tema      di leggi retroattive in materia previdenziale, richiama la giurisprudenza      della Corte di Strasburgo; e n. 12644/2014 del 5.6.2014, che, in tema di      reddito di cittadinanza della regione Campania e di una legge (regionale)      retroattiva di interpretazione autentica, esamina la giurisprudenza della      Corte di Strasburgo; il decreto della Corte      di appello di Bari del 10.9.2014, che, in tema di risarcimento del      danno da violazione del diritto ad un giusto processo, richiama la      giurisprudenza della Corte di Strasburgo; e la sentenza del 17.7.2014, in      tema di onere della prova sullo status di rifugiato, che richiama la      giurisprudenza della Corte di giustizia; la sentenza del Tribunale amministrativo regionale      del Lazio del 2.7.2014, che, in ordine alla domanda del cittadino      interdetto di acquisizione della cittadinanza italiana, richiama la      Convenzione di Oviedo; la sentenza del Tribunale      di Bari del 2.10.2014, che liquida i danni spettanti nel caso      “Punta Perotti” alla luce dei criteri della decisione della Corte di      Strasburgo sulla vicenda; l’ordinanza      del Tribunale di Firenze      dell’8.9.2014, in ordine all’indennizzo di vittime di reati non      transfrontalieri, successiva ad un rinvio pregiudiziale, che richiama      l’orientamento negativo della Corte di Giustizia; e l’ordinanza del Tribunale di Bergamo del      6.8.2014, che ritiene discriminatoria l’affermazione, fatta in una      trasmissione radiofonica, di non voler mai assumere omosessuali,      richiamando le direttive antidiscriminatorie dell’UE e la giurisprudenza      della Corte di Strasburgo;
  • Spagna:      la sentenza del Tribunal Supremo      del 03.10.2014, che ha respinto la pretesa del ricorrente di ottenere      un’esenzione dal dovere di informazione riguardo al trattamento dei dati      personali (inclusi gli indirizzi IP) degli utenti delle reti P2P al fine      di tutelare diritti di proprietà intellettuale, richiamando la      giurisprudenza della Corte di giustizia.

 

 

Quanto ai commenti, abbiamo inserito i seguenti testi:

 

Articoli:

 

László Andor et al. “Designing a European Unemployment Insurance Scheme

 

Magdalena Bernaciak “Social dumping and the EU integration process

 

Roberto Cosio “L’interpretazione conforme nell’ordinamento complesso”

 

Philippe Davezies “Individualisation of the work relationship: a challenge for trade unions

 

Guido Montani “The European Federal State: from Utopia to Supranational Democracy

 

Sotiria Theodoropoulou “Has the EU become more intrusive in shaping national welfare state reforms? Evidence from Greece and Portugal

 

Patricia Vendramin e Gérard Valenduc “A gender perspective on older workers’ employment and working conditions

 

 

Note e commenti:

 

Filippo Aragona “Il caso Brown e la giurisprudenza della US Supreme Court”

 

David Cerri “Lo stigma dell’abogado”

 

Piepaolo Gori “Art. 3 e risarcimento da inumana detenzione”

 

Andrea Guazzarotti “Rinazionalizzare i diritti fondamentali? Spunti a partire da Corte di Giustizia UE, A c. B e altri, sent. 11 settembre 2014, C-112/13”

 

Valeria Montaruli “Unioni tra persone dello stesso sesso: “figli di un dio minore”, ma per quanto ancora?”

 

Giovanni Zaccaro “Adozione da parte di coppie omosessuali, stepchild adoption e interesse del minore”

 

 

Relazioni:

 

Giacinto Bisogni “Tutela giuridica dei diritti delle persone LGBTI – Il ruolo della giurisdizione e del Parlamento”

 

Giuseppe Bronzini “I diritti dei cittadini europei in divenire: la Carta dei diritti dell’Unione ed il sito europeanrights.eu”

 

Roberto Cosio “Il dialogo tra la Corte costituzionale e la Corte di giustizia sulle norme retroattive in tema di contratto a termine”

 

Mario Draghi “Unemployment in the euro area”, Discorso del 22.8.2014 al Jackson Hole Symposium

 

Pierpalo Gori “Rilevanza della giurisprudenza della Corte EDU in materia sociale”

 

Fausta Guarriello “Aspects juridiques de l’impact des croyances religieuses sur les relations de travail

 

Domenico Moro “Un ‘Meccanismo Europeo di Solidarietà’ per i cittadini europei”

 

 

Documenti:

 

Il Rapporto Annuale 2013/2014 a cura dell’Asylum Information Database (Aida) “Mind the Gap: An NGO Perspective on challenges to Accessing Protection in the Common European Asylum System” del settembre 2014

 

Il Dossier di Camera e Senato (Italia) sull’incontro interparlamentare sulla Procura Europea tenutosi a Parigi il 17 settembre 2014

 

Gli atti relativi alla Conferenza di Oslo dell’aprile 2014 a cura del Consiglio d’Europa (PluriCourts) “The long-term future of the European Court of Human Rights

 

Lo studio del Parlamento europeo “European Citizens’ Initiative – First lessons of implementation” del settembre 2014

 

Lo studio del Parlamento europeo “Humanitarian visas: option or obligation?” del settembre 2014

 

Il documento dell’Unione Camere Penali, Osservatorio Europa, “La direttiva 2014/42/UE in tema di sequestro e confisca. Presentazione a prima lettura” del settembre 2014  

 

Lascia un commento

Help-Desk