A cura dell’avv. Salvatore Magra

Una lucciola convinta di essere un grande faro studiava il Libro delle Leggi antiche, accompagnato dal suono della misteriosa Lucciola-nonna, alla quale l’insignificante lucciola piccola aveva sempre negato qualunque attitudine alla conoscenza degli arcani misteri dell’interpretazione. La piccola lucciola che stava nelle tenebre, ma era convinta di essere splendente di luce propria, studiava e interpretava in modo meccanico, e non si rendeva conto che il superamento della difficoltà nella interpretazione erano dovute alla magnetica musica della lucciola-nonna, la quale non conosceva i codici dell’interpretazione, ma aveva la saggezza per penetrare ciò che va al di là degli stessi.

La lucciola-nonna ebbe una grave malattia e venne meno. Alla piccola lucciola si aprirono gli occhi reali e non quelli fittizi e comprese di non conoscere l’interpretazione della legge e della realtà. La musica della lucciola-nonna non era più presente e la mancanza del suono ancestrale impediva qualunque processo interpretativo e vitale.

La piccola lucciola era annichilita e non poteva procedere ulteriormente; aveva perduto la propria direzione.

Un giorno incontrò un’altra lucciola-nonna, che aveva da poco perduto la lucciola-nonno. Un lampo attraversò il cervello della piccola lucciola. Era come se una persona che avesse perso tutti i cinque sensi li riacquistasse in un istante. La piccola lucciola si sentiva in colpa nei confronti della lucciola  nonna e attraverso la nuova lucciola nonna dialogò anche con la prima. La lucciola nonna nuova le fece capire che c’era la possibilità del perdono, attraverso il riscatto. Gli archetipi dell’esperienza primordiale incidono sull’interpretazione della legge ancor più degli studi giuridici in senso proprio e consentono di comprendere come a volte siano più saggi degli uomini gli uccelli, i pesci, gli animali e come i loro spontanei ordinamenti possano essere più raffinati di quelli umani.

La lucciola nonna involontaria faceva rivivere la lucciola-nonna che non c’era più e il suo suono derivava direttamente dalle meccaniche del cielo. La piccola lucciola poté riprendere il suo viaggio. La lucciola nonna le voleva comunicare che attraverso la prosecuzione del percorso la lucciola piccola avrebbe fatto rivivere la lucciola nonna. I colori dell’arcolaleno scorrevano negli occhi della lucciola nonna: il mondo aveva acquistato maggiori sfumature. Tanto dovuto.

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