Violenza sessuale commessa a mezzo internet non può essere considerata reato meno grave della violenza sessuale

a cura della Dott.ssa Laura Ori

La sentenza n. 19033/13 pronunciata dalla III sez. penale della Corte di Cassazione ha ritenuto che “il mezzo informatico e le comunicazioni mediante chat o social network rendono particolarmente agevole l’approccio anche con soggetti con i quali il contatto diretto o attraverso altri mezzi  di comunicazione  sarebbe più difficoltoso, non essendo necessario disporre di dati personali e potendosi raggiungere l’interlocutore anche attraverso una semplice ricerca (…). Inoltre assume rilievo pure la velocità della comunicazione  e la possibilità di inviare fotografie e riprese video, anche contestualmente alla loro realizzazione, attraverso dispositivi portatili”.

La Cassazione ha, per questi motivi, rigettato il ricorso proposto dall’imputato che invocava, al contrario, la minor gravità del reato qualora compiuto mediante mezzi informatici e che, di conseguenza, invocava l’applicazione di una pena inferiore. L’uomo era infatti imputato di aver commesso i reati di cui agli artt. 81 c.p.v., 609 bis, 609 ter comma 1, 61 n. 11 e 600 quater c.p. “perchè, dopo aver contattato via internet, mediante msn, due minori infraquattordicenni, celando la sua vera identità, le costringeva con minacce ad inviare foto e video che le riraevano nude e in pose oscene (…)”.

 

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