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Le case chiuse con gli animali ed il caso Uefa EURO 2012

  3) La vergogna delle “case chiuse” per il sesso con gli animali

ed il caso UEFA EURO 2012, Polonia-Ucraina, legato allo sterminio dei randagi.

di Samantha Mendicino [1]

Se chi legge pensa di aver visto e sentito tutto, ormai, nella propria vita tanto da non riuscire a meravigliarsi più di nulla, soprattutto in quanto operatore del diritto che opera quotidianamente sul campo di battaglia: vi avviso, attenzione! Perchè potreste rimanere quantomeno ‘storditi’ da quanto state per leggere.

E’ fatto conosciuto che per certi film hard, cd. animalsex, accanto agli usuali attori si possano trovare anche gli animali. Se, poi, oltre al suo “utilizzo”, immagnabile, il film termina con l’uccisione del malcapitato animale si ha il cd. snuff movie (purtroppo, pare utilizzato anche nei confronti degli esseri umani).

Ma, ciò che conta per questa breve analisi, non è tanto (rectius, non è solo) la abiezione o la mostruosità di cui la natura umana possa essere artefice, quanto il riportare alla ribalta un problema che, almeno fino a qualche tempo fa, nessuno poteva immaginare. E si intende far riferimento alle ‘speciali’ case chiuse in cui gli utenti pagano per fare sesso con gli animali[2]. Ora, occorre necessariamente lasciar da parte qualunque tipo di commento perchè è inevitabile che l’argomento tiri verso il basso anche le persone più garbate, educate e rispettose.

Ma partiamo dall’inizio: in Danimarca la legge già da tempo permette l’utilizzo di animali nelle case chiuse. Si paga per stuprare un cane, un gatto ma anche cavalli, pecore, galline e, persino, maiali. Si parla di un mercato del sesso talmente privo di senno e di morale -eppure tanto seguito- da coinvolgere anche i minori in giochi pervesi con gli animali (e ne esistono purtroppo prove-video[3]). La legge ha maniche larghe anche in Svezia e pare anche nella ricca Svizzera. In Asia, invece, esistono case chiuse per far sesso con le scimmie: gli animali vengono tolettati, profumati e “venduti” per piacere.

In Turchia, ad abundantiam, lo scorso marzo è scoppiato uno scandalo nella cittadina di Sincan, a pochi Km da Ankara: una cagnetta randagia è stata recuperata priva di vita -proprio dietro il Municipio della città- dopo essere stata stuprata da un uomo. E, purtroppo, pare che in loco ci siano stati altri numerosi precedenti di tal tipo, anche se non così esclatati per luogo -centro delle città- e per tempo -di giorno-.

L’ultima aberrante notizia (ed è aberrante non per chi scrive, ma per il comune senso della morale e del buon costume) risale invece a qualche settimana fa: in un suo articolo, il magazine tedesco “The local” denuncia la spaventosa espansione delle case chiuse nelle quali poter far sesso con animali anche in Germania. Pare, difatti, che in Germania sia punibile la distribuzione di materiale pornografico che ha come protagonisti degli animali ma non l’atto in sè.

Il problema, a volerci ragionar sù anche solo per pochi minuti, è terribile: qui non parliamo solo di etica o morale, qui parliamo di pericolo per la salute pubblica.

Difatti, rapporti di tal genere che avvengono (sia chiaro) contro la volontà[4] dei poveri animali possono essere praticati solo senza precauzioni.

E se è vero, come lo è, che il fenomeno della zoorastia sta dilagando in ogni dove è al pari vero che molte persone potrebbero essere contagiate (come è capitato) da malattie trasmesse sessualmente dai rapporti con gli animali.

Dunque, il fenomeno risulta di immani proporzioni, per quantità, oltre a rappresentare (l’ulteriore) sintomo di una preoccupante precipitazione della civiltà umana, per i problemi di ordine etico-morale ma anche giuridico e sanitario che involge. E purtroppo anche l’Italia non è esente dal problema: risultano numerosissimi (e particolarmente visitati) i siti che riproducono video in cui sono riprese queste forme di perversioni. Per non parlare dei video e dei cd facilmente reperibili, sia in modalità free sia dietro pagamento.

L’Aidaa, Associazione Italiana in difesa di Animali e Ambiente, ha addirittura presentato un numero arancione per denunciare (anche in forma anonima) gli abusi sessuali degli uomini sugli animali: si può telefonare tutti giorni dalle 10.00 alle 12.00 al numero telefonico 392-6552051 oppure inviare una segnalazione via e-mail a: segnalazionereati@libero.it

Sia chiaro che questi servizi telefonici e/o on line hanno un grande pregio: laddove le persone abbiano paura di esporsi, utilizzando tale forma di “veicolazione” delle informazioni anche i più titubandi possono aiutare le associazioni a far scoprire gli scheletri negli armadi, sebbene ben nascosti. Però, non si deve dimenticare che le denunce si effettuano presso le autorità competenti e che l’utilizzo di numeri e/o di altre forme di servizi di segnalazione di reati e/o condotte illecite dipendono sempre dall’azione della associazione che può muoversi così come può lasciar cadere nel nulla la notizia.

Altra notizia-scandalo attualissima è rappresentata dallo sterminio degli animali randagi che è stato effettuato (e sta continuando tutt’ora a mietere vittime) in Ucraina e Polonia. La ratio di una simile scelta? La volontà di rendere presentabili luoghi che ospitaranno gli Europei di calcio UEFA 2012.

Ne sarebbero stati uccisi 10.000 e a Lysychansk[5], località nel sud dell’Ucraina, utilizzando anche i cd. ‘forni crematori mobili’, onde evitare l’uso più difficile delle fosse comuni. E sorge una domanda: può la discrezionalità di un legislatore arrivare a decidere la morte per migliaia di vite non per un effettivo problema di profilassi o sanitario o di ordine pubblico ma… per rendere “più pulita[6]” l’immagine del proprio Paese in occasione di un avvenimento, per quanto speciale?

Ciò che più spaventa, in vicende dal sapore così manifestamente umiliante, è che diviene indubitabile che gli interessi economici valgono molto più di qualunque altro interesse e/o diritto. Gli Europei di calcio 2012 si terranno ugualmente in Ucraina ed inizieranno secondo il calendario a giugno 2012 e, salvo sporadiche contestazioni da parte di singoli calciatori, nessun movimento nè ufficiali dichiarazioni di condanna sono state sollevate dagli altri Paese ‘civilizzati’ nè dall’Unione Europea nè dalla UEFA. Esiste una corresponsabilità grande come… uno sterminio.  Ora tutti gli “addetti ai lavori” stanno solo aspettando di vedere se la protesta internazionale “boicotta gli europei 2012” troverà proselitismo etico: come sarà lo share delle partite Uefa 2012? Il calo di ascolti, se sarà per come sperano le associazioni animaliste, farà comprendere a tutti che la società sta cambiando e che il cittadino non è quell’uomo insulso a cui basta propinare alcool, sesso e sport perchè abdichi alla propria coscienza ed ai propri princìpi.

Sabato 5 Maggio c’è stato l’appuntamento a Roma tra tutte le principali associazioni animaliste italiane (tra le tante: OIPA, ENPA, LAV, LEAL, ARCA, LEIDAA ecc.) al fine di manifestare con fermezza l’opposizione a questo stato di cose barbaro al grido di “Il governo ed il calcio fermino il massacro[7]

 


[1] Per tutti coloro che dovessero avere dei quesiti in tema, si ricorda che l’e-mail della redazione a cui inviare qualunque richiesta e/o domanda e/o comunicazione e/o commento è: redazione@nuovefrontierediritto.it

[2] Tecnicamente, si parla di zoorastia.

[3] Sull’editoriale on line www.puntotre.com è stato pubblicato nel 2011 un articolo in merito a tale argomento, “La zoorastia. Fenomeno aberrante ma poco conosciuto e per questo ancora più pericoloso“, con tanto di precise ricerche statitiche. http://www.articolotre.com/2011/09/la-zoorastia-fenomeno-aberrante-ma-poco-conosciuto-e-per-questo-ancora-piu-pericoloso/35589

[4] Di sconvolgente attualità la vicenda di un russo 44enne che, preso dall’ebbrezza alcoolica, ha tentato di abusare di un procione. Qui, diciamo che la storia termina con un lieto fine per l’animale, che riuscì a scappare, dopo aver combattuto per liberarsi, ma con un the end un pò meno felice per lo stupratore. L’animale, infatti, nel tentativo disperato di mordere tutto ciò che gli capitava a tiro, pur di uscire dalla morsa della presa dell’uomo, colpì fortemente una parte debole dell’uomo: il russo è rimasto evirato.  Sul quotidiano on line www.blitzquotidiano.it

[5] sulla rivista  sporlive.it che si occupa, appunto, di sport. Articolo del 14.02.2012, con allegati i video shock che documentano le violenze sui randagi

[6] Nell’intervista ad Andrea Cisternino, fotografo e delegato OIPA, Organizzazione Internazionale Protezione Animali si legge: “La UEFA ha le sue colpe in tutto questo perché ha messo pressione al governo ucraino e il governo ucraino poi ha dovuto cercare di risolvere il problema in qualunque maniera. Purtroppo il problema viene risolto in delle maniere sbagliate. Il Ministro dell’Ambiente ucraino ha dichiarato che sarebbero cessate le uccisioni per mezzo anno. Sei mesi, cos’è? Sei mesi vanno a scadere con Euro 2012. Quindi cosa vuoi dire? Fermiamo fino a Euro 2012 e dopo finiamo l’opera... Seconda cosa, se tu come rappresentante del governo mi dici, dichiari (queste sono tutte cose dichiarate e scritte) “fermeremo le uccisioni”, “faremo la moratoria”, vuol dire che tu automaticamente confermi che stavi ammazzando degli animali.L’intera intervista è su ecoo.it, sito dedicato all’ecologia ed all’ambiente (energie rinnovabili, ecoincentivi, riciclaggio, alimentazione e innovazione tecnologica a impatto zero) e, precisamente, su http://www.ecoo.it/articolo/europei-di-calcio-e-strage-di-cani-randagi-in-ucraina-intervista-ad-andrea-cisternino/19933/

Diritti degli animali: chiariamo le idee!

Le molteplici forme del maltrattamento a danno degli animali[1]

di Samantha Mendicino

1) Breve premessa: nessuna polemica ma chiariamo!

 Si inizierà da questo mese l’analisi dei maltrattamenti, in concomitanza con l’intervista che gentilmente ci ha concesso il giudice Santoloci[2] il quale, per chi non lo sapesse, ha dedicato moltissimi anni della propria attività ai reati contro gli animali ed a quelli a danno dell’ambiente. Prima di iniziare l’analisi, però, desidero fare una premessa, la cui necessità discende da alcune recenti polemiche, sviluppatesi in televisione[3] e sulle riviste, e pervenute, in via indiretta, anche nella e-mail personale.

Mi riferisco a chi, anche per più di una volta, mi ha scritto che il focalizzare l’attenzione  sui problemi relativi agli animali è errato, perchè (e qui seguo un personale ordine crescente di irragionevolezza): 1) ci sono i problemi che riguardano i bambini e la pedofilia; 2) abbiamo altri pensieri seri, come la crisi da affrontare (!); 3) gli animali sono stati creati per servire l’uomo; 4) chi si occupa degli animali è un misantropo (sic!).

Orbene, tralascio le altre motivazioni addotte “contro” l’interessamento ai problemi degli animali, perchè fondamentalmente sono tutte ricollegabili a queste macro-aree di contestazione.

Sia precisato che, nel pieno rispetto dello spirito della rivista, non si ha alcuna intenzione di cedere il passo a facili polemiche. Tuttavia, si desidera fare chiarezza su quello che si reputa un caos logico-cognitivo determinato, anche, da supeficilità e da spicciola demagogia.

E’ risaputo, e gli storici come gli psicologi possono darne conferma, che in tempi difficili l’uomo cerca di “personificare” le proprie paure, per lo più, focalizzando rabbia e rancore contro una determinata categoria di soggetti che, da quel momento in poi, rappresenterà per lo stesso un “nemico tangibile”. Ma, nella scelta del soggetto passivo su cui scaricare la propria ansia e la tensione sociale, l’uomo (che ha in sè anche una radice di vigliaccheria) si indirizza su soggetti tendenzialmente più deboli o in minoranza.

Oggi, va molto di moda l’affermazione del concetto secondo cui “con tutti i problemi che abbiamo, non possiamo mica preoccuparci di cani, gatti ed animali vari che rimangono pur sempre delle bestie”.

Questa è “la” criptica asserzione che fa da sfondo alla materia.

Orbene, se è vero che l’uomo è, tra tutti gli esseri viventi, quello più razionale e con “in sè” il senso della giustizia, ne segue che è indispensabile affrontare l’intera questione riportando ogni problema sul campo della razionalità. Faremo entrare in gioco il senso della giustizia e dell’umanità che, ontologicamente, non dipendono dalle contingenze temporali. E tentando di essere scevri dalle opinioni personali, affonderemo un passo alla volta nella palude della nostra realtà, tentando (perchè no?) di bonificarla.

Dunque, partiamo dal concetto di “bestia”, così per come qualificato nei volcabolari italiani: “… in locuzioni figurative esprime l’immagine della forza bruta, spaventosa, che non si può capire né controllare” (secondo il Sabatini Coletti, dizionario della lingua italiana su www.corriere.dizionario.it).

Ed ancora: “crudele imposizione di prove avvilenti o dolorose; atto di arroganza, prepotenza, violenta sopraffazione…” (secondo il Devoto- Oli, vocabolario della lingua italiana 2011)

A questo punto nasce spontanea una domanda: ma da quando il mondo è tale, si è mai visto un animale “imporre prove avvilenti o dolorose” ai propri simili? E parimenti: da quando il mondo è tale, si è mai saputo di animali che hanno usato la propria forza “in modo spaventoso e senza motivo”?

Scienza e statistica rappresentano, dell’applicazione della razionalità e della logica dell’uomo, due tra i suoi migliori risultati. Ebbene: scienza e statisca insegnano che, da sempre, è solo ed unicamente l’uomo ad imporre prove dolorose ed avvilenti, anche a carico dei propri simili, al fine di raggiungere i propri interessi particolari. Ed è sempre e solo l’uomo, l’unico essere vivente capace di togliere la vita, anche ad un proprio simile, per ragioni e scopi diversi dalla necessità della “sopravvivenza”.

E, dunque, per rispetto al senso della ragionevolezza, della corretta dialettica e di giustizia: iniziamo a non chiamare “bestie” gli animali.

L’ultima precisazione, infine, si riserva a chi, personalmente, ho pazientemente ascoltato e letto: le critiche menzionate all’inizio di questo articolo non possono, però, restar prive di confronto dialettico. Ebbene:

1) è vero che esiste (ed è particolarmente preoccupante) il problema della pedofilia che rappresenta la madre degli orrori umani. Ma a cosa gioverebbe il non curarsi delle violenze sugli animali rispetto ai soprusi sui bambini? Qual è il nesso logico-causale tra il disinteressamento verso i primi, rispetto all’utilità che ne seguirebbe nei secondi?!

Ed inoltre: non è altrettanto vero che per la criminologia (che è una scienza forense) chi effettua violenze sulle persone ha nel suo passato esperienze di violenze sugli animali[4]? Non è forse vero che le vittime vanno tutelate tutte e che sarebbe un controsenso tutelarne alcune a discapito di altre? Non sono vittime, oltre ai bambini ed agli animali, anche le donne quando sono oggetto di violenza (tra cui la violenza sessuale); gli anziani (soprattutto quando si parla delle case di cura dell’horror) o i portatori di handicap (in special modo chi è affetto da handicap psichico)?

Chi si sente a tal punto “arbitro delle vite” da poter stabilire quale vittima è degna di tutela e quale no, ha, probabilmente, problemi di presunzione.

2) la crisi peggiore che l’uomo deve affrontare -oggi come probabilmente da sempre- non è la crisi economica ma la crisi dei valori. Quando si ha una malattia, si combattono i sintomi (che ne sono la conseguenza) oppure la patologia?

3) non è il concetto in sè che è erroneo e, cioè, che l’animale sia stato creato per servire l’uomo. Si tratta di un pensiero che affonda le sue radici nell’antichità. Tuttavia, è la modalità di questo utilizzo che è totalmente fuori da ogni logica giuridico-morale. Se è vero che il cavallo ed il mulo sono animali da soma, è altrettanto vero che gli stessi non sono nati per divenire oggetto di stupro dagli squilibrati di turno. E se è vero che la gallina, il maiale o la mucca devono essere macellati per garantire all’uomo la carne per il suo sostentamento, è altrettanto vero che non c’è ragione logica nè umanità nello sgozzarli e farli morire lentamente anzicchè scegliere per essi una morte repentina.

4) è conosciuto quel detto che fa “più conosco gli uomini, più amo gli animali”. Ma associare l’uomo che si prende cura degli animali ad un carattere “di certo” misantropo, pare oggettivamente eccessivo. Inoltre, il pregiudizio è un male da cui bisogna stare lontani. I preconcetti malevoli sono come un boomerang: quando meno ce lo aspettiamo, tornano indietro.

 


 

[1] Per tutti coloro che dovessero avere dei quesiti in tema, si ricorda che l’e-mail della redazione a cui inviare qualunque richiesta e/o domanda e/o comunicazione e/o commento è: redazione@nuovefrontierediritto.it

[2] Puoi leggere l’intervista a pag. 178 di questo numero di Nuove frontiere del diritto

[3] Recentemente è scoppiata una polemica sulla frase di Don Mazzi, sacerdote ed operatore calato nei problemi sociali, soprattutto dei tossicodipendenti e dei ragazzi emarginati, nonchè personaggio pubblico e collaboratore di diverse riviste, il quale ha detto: “Italiani, non spendete soldi per salvare cani e gatti, ma destinate denaro alle nostre strutture. Noi salviamo vite umane” (cft. su www.lastampa.it, articolo del 14 aprile 2012, http://www3.lastampa.it/lazampa/articolo/lstp/449748/). La gravità della affermazione, per quanto personale, di Don Mazzi si intravede sia nel fatto che, trattandosi di operatore della comunicazione, il sacerdote dovrebbe sapere quale peso psicologico (soprattutto in tempo di crisi) hanno certe affermazioni così assolute; sia nel fatto di voler discriminare un problema a favore della soluzione di un altro, come se il venir meno dell’attenzione sociale sul primo possa garantire la buona riuscita ed il successo al secondo.

[4] Sulla rivista americana Psychology of Violence è stato pubblicato uno studio effettuato in Svizzera su un campione di 3.648 adolescenti e concernente la violenza dei minori sugli animali. I risultati degli studi sono stati analizzati dai criminologi ed hanno evidenziato che una piccola parte dei giovani aveva effettuato sevizie su animali (per lo più, cani, gatti, altri animali domestici, pesci, rane, lucertole ecc)  mentre la stragrande maggioranza degli adolescenti (che rispecchiano gli uomini del prossimo futuro) risultava indifferente al problema. Ma ciò che è peggiore è che è comprovato che la crudeltà sugli animali è associata ai reati violenti. Difatti, tutti gli studi scientifici che si sono occupati della relazione tra “sevizie su animali” e “delinquenti violenti”, ormai da anni hanno dimostrato che un giovane che ha maltrattato e/o seviziato un animale ha una probabilità statistica pari a tre volte in più rispetto ad altri di commettere reati gravi, caratterizzati dalla violenza e con componenti di collera. In sintesi: la sevizia su di un animale (essere indifeso e nella facile disponibilità di una persona) è indice di devianza. Cft. sul sito del “Corriere del Ticino”

[5] ex multis, vogliamo ricordare una recentissima sentenza della Corte di Cassazione perchè capace di influenzare anche altri aspetti del maltrattamento contro gli animali. Di preciso, ci si riferisce a Cass. Pen., sez. III, sent. n. 11606/2012 secondo cui il reato di maltrattamento sugli animali è applicato sia che si tratti di animali domestici sia che ci si trovi di fronte ad animali non domestici. Ma vi è di più: atteso che nella medesima sentenza la Cassazione ha precisato che il concetto di ‘maltrattamento’ è applicabile anche a caccia, circhi e sperimentazione (dunque, anche se ci si trova nei cd. settori speciali, sottoposti, cioè, a leggi speciali). Ricordiamo che l’art. 19 disp. att. c.p.  è quella norma che esclude dal reato di violenza sugli animali le attività svolte nelle suddette attività speciali di caccia, manifestazioni storiche o culturali, attività circense, sperimentazione, pesca e/o macellazione ecc. In questa pronuncia la Corte precisa che “l’articolo 19ter disp. coord. C.P non esclude in ogni caso l’applicabilità delle disposizioni del Titolo IX-bis del Libro Secondo del codice penale all’attività circense ed alle altre attività menzionate, ma esclusivamente a quelle svolte nel rispetto delle normative speciali che espressamente le disciplinano”.

 

Il trasporto dell’animale su mezzi pubblici, navi ed aerei

di Samantha Mendicino [1]

 

Si conclude con oggi questo sintetico ma analitico excursus afferente alle regole che disciplinano il trasporto dei nostri beniamini sui vari mezzi di locomozione. In base al principio del responsabile possesso, ogni proprietario deve aver consapevolezza di come affrontare le vicende del quotidiano in compagnia del proprio animale. Ed, infatti, se è vero che, per come dice il Qoèlet[2], “…chi cresce il sapere aumenta il dolore” è altrettanto verititero che “la conoscenza è potere[3]. Dunque, quanto segue è la rappresentazione dell’attuale regolamentazione in materia ma è sempre consigliato, in anticipo rispetto alla partenza, richiedere le opportune informazioni sul trasporto animali all’ente/trasportatore specifico: tanto al fine di conoscere eventuali modifiche regolamentari e/o normative dell’ultimo momento.  

I trasporti urbani

In merito ad autobus e metropolitane, si deve far riferimento ai regolamenti comunali il cui contenuto può essere conosciuto anche tramite accesso ai siti on line dei singoli enti: i regolamenti (come anche altri atti amministrativi) sono normalmente riprodotti in apposite rubriche oppure, semplicemente, si può profittare dei recapiti dell’URP (Ufficio Relazioni col Pubblico) che saranno di certo ivi pubblicati. Due elementi, però, rimangono fermi in tutti i comuni: a) anche laddove sia consentito l’accesso ai cani su autobus e metrò, non si deve dimenticare che gli stessi dovranno essere condotti con museruola e guinzaglio; b) inoltre, potrebbe essere richiesto il pagamento del biglietto.

Con riferimento ai taxi, invece, il discorso cambia: qui sono i singoli tassisti/conducenti a decidere se accettare o meno l’animale nell’autovettura. Ma non si deve dimenticare che occorre sin da subito segnalare al centralino, che si contatta per richiedere il mezzo, l’esistenza del nostro cucciolo: sarà cura di questi inviare chi sarà disposto a trasportare noi ed il nostro beniamino. 

Il treno

Qui iniziano i problemi, soprattutto, in considerazione delle recenti novità regolamentari applicate dall’11 dicembre 2011 da Trenitalia ai viaggi sui propri mezzi di trasporto: disposizioni ancor più restrittive e limitative del diritto dei cittadini a poter liberamente circolare assieme al proprio animale rispetto ad un paio di anni fa.

Ma procediamo con ordine. Innanzitutto, analizziamo quelle che possiamo considerare le norme comuni, cioè applicabili a qualunque treno: 1) ricordiamo che all’atto di acquisto del biglietto per l’animale potrà essere richiesta l’esibizione del certificato di iscrizione all’anagrafe canina (per i cani provenienti dall’estero, invece, il “passaporto canino”) ma, soprattutto, che questo certificato dovrà essere con noi durante il viaggio: se alla richiesta del controllore non lo potremo esibire, potranno essere irrogate delle penalità e potrebbe capitare che ci venga chiesto anche di scendere alla fermata successiva (anche se c’è da discutere su questo punto); 2) gli animali ammessi nelle carrozze non possono occupare i posti destinati ai viaggiatori e Trenitalia precisa, altresì, che “qualora –gli stessi- rechino disturbo agli altri viaggiatori l’accompagnatore dell’animale, unitamente all’animale stesso, su indicazione del personale del treno, è tenuto ad occupare altro posto eventualmente disponibile o a scendere dal treno.” Ma, ovviamente, tale disturbo dovrà essere oggettivo e non è ammessa, per legge, nessuna deroga al principio generale del divieto di “abuso del diritto” da parte degli altri viaggiatori.

 

A questo punto, ricordiamo che ” … i cani di piccola taglia, i gatti ed altri piccoli animali domestici da compagnia (custoditi nell’apposito contenitore di dimensioni non superiori a 70x30x50) sono ammessi gratuitamente nella prima e nella seconda classe di tutte le categorie di treni e nei livelli di servizio AV Executive, 1^ Business, 2^ Premium e 2^ Standard. E’ ammesso un solo contenitore per ciascun viaggiatore”. Mentre a  bordo dei treni con le carrozze a cuccette, vetture comfort, vagoni letto, vetture Excelsior ed Excelsior E4 si dovrà acquistare il compartimento per intero.

Per tutti gli altri animali (dunque, anche i cani di taglia grande) è possibile il trasporto secondo il seguente schema:

1) sui treni Espressi, Intercity ed Intercity Notte (Ia e IIa classe) previo pagamento[4] del biglietto di IIa classe ridotto del 50%;

2) sui treni Regionali nel vestibolo o piattaforma dell’ultima carrozza, con esclusione dell’orario dalle 7.00 alle 9.00 dei giorni feriali dal lunedì al venerdì (anche se non si comprende quale sia il ragionevole motivo di fondo a questo limite temporale…), previo pagamento del biglietto ridotto del 50%;

3) nelle carrozze letto, nelle carrozze cuccette ordinarie e comfort e nelle vetture Excelsior ed Excelsior E4 per compartimenti è necessario acquistare per intero la cuccetta ed il cane dovrà pagare anche un biglietto di IIa classe ridotto del 50%. Ma attenzione: il trasporto è ammesso, previa riservazione al momento dell’acquisto del biglietto dell’accompagnatore.

Ovviamente, il cane dovrà essere, in ogni caso, dotato di guinzaglio e museruola.

4) Nei treni Eurostar Italia possono viaggiare solo i cani guida per i non vedenti: ciò è negato a tutti gli altri animali.

 Gli aerei

Con riferimento ai velivoli non esiste un regolamento unico per tutte le compagnie aeree (qui esiste concorrenza: elemento che non esiste con riferimento ai trasporti in treno). Conviene sempre, per tale motivo, in largo anticipo rispetto alla data di partenza, informare la biglietteria dell’esistenza di un animale al  seguito, anche per conoscere la possibilità e/o modalità di trasporto dello stesso oltre al relativo costo. Del pari, una volta conosciute tali informazioni, necessiterà anche prenotare il biglietto per il nostro beniamino e portare con noi il libretto sanitario (quando si va all’estero, occorre anche lo specile passaporto europeo che ne certifichi lo stato di buona salute[5]). In linea generale, in cabina è ammesso solo un certo numero di animali e sempre che questi (custoditi in gabbie) siano di piccola taglia, cioè di peso inferiore ai 10 Kg  (gli uccelli, ad esempio, sono condotti nelle loro gabbie; i gatti, invece, normalmente sono condotti nei loro trasportini, anche se alcune companie aeree richiedono gabbie particolari).

Per gli animali di taglia medio-grande, invece, la regola generale è quella del trasporto in apposite gabbie nella stiva (posteriore) pressurizzata e climatizzata.

Non bisogna dimenticare, poi, che laddove l’aereo nazionale faccia scalo all’estero oppure ivi è il luogo di destinazione, sarà necessario informarsi sulle formalità/normative in vigore nello/negli stato/i interessati: esistono alcuni Paesi, infatti, in cui il nostro animale potrebbe anche essere sottoposto a quarantena!

Le informazioni possono essere acquisite sia presso la compagia aerea che (consigliabile) presso l’ambasciata del Paese interessato.

Una curiosità: non molti sono a conoscenza della esistenza di una compagnia aerea americana, la PetAirWays[6], che consente il trasporto degli animali con modalità di gran lunga più sicure e comode. Infine, si ricorda che le compagnie aeree low cost normalmente non accettano animali a bordo. 

 Le navi

Sulle imbarcazioni, infine, non esistono problemi particolari. Si fa riferimento alle navi, ai traghetti ecc: le compagnie di navigazione generalmente applicano regole favorevoli al trasporto degli animali, soprattutto laddove si tratti di brevi traversate.

Se l’animale è di taglia grande e non è possibile, perciò, portarlo nelle tipiche “borse da viaggio” per animali, potrebbe essere richiesto dalla regolamentazione (il cui contenuto si raccomanda di richiedere al momento della prenotazione dei biglietti o, meglio, se in data anche anteriore) il trasporto dell’animale sul ponte. Su alcuni traghetti, infatti, vige il divieto di condurre l’animale di media-grande taglia all’interno della nave. Non si deve mai dimenticare, inoltre, di portare con sè il libretto sanitario (sempre meglio evitare le eventuali sanzioni in caso di omissione) oltre al guinzaglio ed alla muserola.

 I cani dei non vedenti – i cani poliziotto – i cani destinati ad operazioni di salvataggio

Tutto quanto descritto sino a qui non concerne i cani guida i quali hanno diritto a viaggiare assieme al loro padrone gratuitamente ed in qualunque mezzo di trasporto (anche in aereo).

Ciò con l’unica accortezza di doverlo fornire di museruola (ma solo eventualmente: ad esempio, nei treni questo obbligo non sussiste per espressa disposizione regolamentare mentre sugli aerei è previsto) oltre che di guinzaglio (comunque necessario al non vedente per usufruire del proprio ausilio a quattro zampe).

Per i cani guida non è necessario avere con sè il certificato di iscrizione all’anagrafe canina e non si applicano tutti gli altri obblighi/vincoli previsti in via generale per i cani.

Questa è una diretta applicazione del principio di uguaglianza sostanziale (art. 3 Cost.) ma, soprattutto, è una necessaria misura atta a garantire il diritto inviolabile della persona a muoversi liberamente, a condurre una vita dignitosa ecc. in adempimento del dovere inderogabile di solidarietà sociale (art. 2 Cost.). Inoltre, le medesime regole più favorevoli sono estese anche ai conduttori/proprietari dei cani poliziotto e di quelli destinati  alle operazioni di salvataggio. Tanto  per evidenti motivi di sicurezza ed ordine pubblico.

Ma non solo perchè ricordiamo, seppure brevemente, che i cani prima del loro “arruolamento” devono essere sottoposti ad accurate visite sanitare (esami clinici, radiografie ecc) e debbono superare anche diverse prove psico-attitudinali, al fine di valutare la presenza dei requisiti caratteriali e psicofisici necessari per svolgere le loro eventuali future mansioni.

Ciò garantisce, pertanto, una certa selezione tra gli animali che sarano poi destinati a tali funzioni. Soprattutto perchè quando si parla di requisiti psicofisici ci si intende riferire non solo alla prestanza fisica ma soprattutto alla pazienza, alla perseveranza ed all’equilibrio del cane. Solo dopo aver superato tutte queste selezioni, mediche e psico-attitudinali, il cane inizia la sua “specializzazione”  per essere destinato successivamente alle più disparate attività quali l’antidroga, il soccorso soprattutto nelle situazioni causate dalle calamità naturali, nella polizia giudiziaria o nei servizi antiesplosivo



[1] Per tutti coloro che dovessero avere dei quesiti in tema, si ricorda che l’e-mail della redazione a cui inviare qualunque richiesta e/o domanda e/o comunicazione e/o commento è: redazione@nuovefrontierediritto.it

[2]  Il Qoèlet o Qohèlet è uno dei libri dell’Antico Testamento della Bibbia ebraico-cristiana. In esso viene narrato un ipotetico dialogo tra il bene ed il male, con esposizione dei vari “perchè” convenga seguire il bene oppure del “perchè” no, soprattutto per il fatto incontrovertibile che ogni vita termina inevitabilmente con la morte. La conclusione pare essere che allora, se la morta è l’unico fine possibile in questa vita, tutto è vano. Ma Qoèlet (che tradotto significa: colei che è l’anima del discorso) consiglia: “Abbi fiducia nel Padre e segui le Sue indicazioni

[3] Francis Bacon in Novum Organum, trad. italiana di E. De Mas, Laterza , Roma-Bari 1992

 

[4] ATTENZIONE: se il proprietario dell’animale (al controllo del personale di bordo) dovesse risultare sprovvisto del biglietto per il proprio beniamino oppure conducesse con sè l’animale sui treni in cui non è ammesso il suo trasporto, sarà tenuto a pagare il prezzo del detto biglietto maggiorato di una sopratassa. Maggiore sarà la sopratassa nel caso in cui il proprietario dovesse essere sprovvisto della prescritta iscrizione all’anagrafe canina (intorno agli € 25,00).  In tutte queste ipotesi, poi,  il proprietario e l’animale saranno costretti a scendere alla prima fermata successiva al riscontro delle dette irregolarità. LISTINO PREZZI E SANZIONI consultabile su http://www.trenitalia.com/cms-file/allegati/trenitalia/area_clienti/Listino_prezzi_CapitoloIV_ParteII_Trasporto_Nazionale.pdf

[5] A lezione di… Diritto Civile: Rapporto tra uomo ed animale, Nuove frontiere del diritto, n. 2, pag. 52 e ss. Disponibile su www.nuovefrontierediritto.it

[6] Opera negli Stati uniti e permette agli animali di viaggiare in apposite gabbie all’interno della cabina e non nelle stive dove vengono relegati i bagagli dei passeggeri. Esiste sull’aereo del personale adibito al controllo degli animali (che avviene ogni 15 minuti circa), anche se i costi risultano ancora elevati

Il nostro animale ed il Codice della Strada

di Samantha Mendicino

   Si deve partire per le vacanze o, semplicemente, ci si vuole recare a casa di un amico per passare il week end e si desidera portare con sè il proprio animale: qual è il modo più sicuro per il suo trasporto sull’autovettura? Quale quello rispettoso del Codice della Strada che ci eviterà salate sanzioni? Dunque, il nostro comportamento andrà assunto cercando di contemperare due elementi fondamentali: la sicurezza ed il rispetto della normativa.

 

Le “soluzioni” offerte dal mercato sono molteplici. Si trovano nei negozi e su internet e si ascoltano, persino, in TV delle rèclame che pubblicizzano svariati metodi di conduzione del proprio beniamino (è evidente che il problema si pone per i cani e non per gli altri animali che, per forza di cose, dobbiamo portare in trasportini chiusi, come i gatti).  Si va, dunque, dalle gabbie, dai kennel[2] e dai predetti trasportini[3] alle cinture, alle reti divisorie ed, addirittura, alle borse a tracolla ripiegabili ecc.

Osserviamo preliminarmente che sarebbe vivamente sconsigliato portare il proprio maremmano nella borsa a tracolla, anche se trendy ed all’ultima moda…

Ma, soprattutto, se non vogliamo avere dei veri problemi, è al Codice della Strada che dobbiamo rivolgere la nostra attenzione. Il D. Lgs. n. 285/1992[4] (per come novellato nel 2010), infatti, ha ben 3 titoli che possono interessare il proprietario di un animale: 1) il titolo IV°, rubricato “Guida dei veicoli e conduzione degli animali” (artt. 115-139), che concerne la guida dei mezzi di trasporto con l’ausilio di animali; 2) il titolo V°, rubricato “Norme di comportamento” (artt. 140-193), che risulta molto importante per questa analisi, soprattutto per la presenza del’art. 169 del C.d.S.; 3) il titolo VI°, rubricato “Degli illeciti previsti dal presente codice e delle relative sanzioni” (artt. 194-224) che saranno oggetto di altro specifico approfondimento.

Volendo esporre in estrema sintesi il contenuto della norma che più ci interessa, l’art. 169[5] C.d.S., possiamo dire che: in linea generale, un solo animale durante il suo trasporto può stare libero nell’abitacolo dell’autovettura (e, dunque, non saremo sanzionati) purchè non sia di intralcio per la guida, nè fonte di distrazione (gli esempi tipici di “pericolo e distrazione” sono il cane che riposa sulle nostre gambe, mentre conduciamo l’autoveicolo, oppure il cucciolo che mordicchia il pomello del cambio).  Il consiglio che, oltre ad essere rispettoso della norma, è anche indice di responsabilità nei confronti della incolumità dell’animale consiste nel cercare per lui anche il posto più “protetto”: ricordiamoci che guidando potremmo avere necessità di frenare, anche bruscamente, a discapito del nostro animale privo di cinture di sicurezza.

Ma cosa accade se si è proprietari di più cani?

Anche questa ipotesi è contemplata dal Codice: sarà obbligatorio installare in automobile una rete separatrice[6]tra i posti anteriori e quelli posteriori oppure utilizzare delle gabbie. Dunque, attenzione all’utilizzo di cinture e/o pettorine che non sono propriamente considerate rispettose delle disposizioni di legge. Ciò anche se, probabilmente, la funzionalità risulti di fatto la stessa.  La sanzione che viene comminata in caso di violazione di queste norme va da € 71,00 ad € 286,00 oltre alla decurtazione di un punto dalla patente. In breve: con un pò di attenzione prima della partenza, riusciremo a salvaguardare il nostro beniamino, il nostro portafoglio (esistono, infatti, trasportini, reti divisorie, kennel e gabbie per tutte le esigenze economiche) oltre a tutelare la tranquillità nella guida.


[1] Per tutti coloro che dovessero avere dei quesiti in tema, si ricorda che l’e-mail della redazione a cui inviare qualunque richiesta e/o domanda e/o comunicazione e/o commento è: redazione@nuovefrontierediritto.it

[2]  Si tratta di una sorta di “valigetta” in plastica utilizzabile, per i cani di taglia piccola, sia come cuccia che come trasportino

[3] Il trasportino può considerarsi un ottimo metodo di trasporto soprattutto per gli animali fortemente emotivi i quali, anche alla sola vista del movimento del paesaggio all’esterno del finestrino, potrebbero particolarmente agitarsi.  Il metodo più giusto, dunque, va valutato in base al nostro animale: non si tratta solo di una questione di legittimità ma anche di opportunità nella scelta del metodo di trasporto

[4] Per chi volesse leggere tutto il D. Lgs. n. 285/1992, per come novellato, può consultare la pagina internet appositamente dedicata nel sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti su:  http://www.mit.gov.it/mit/site.php?p=normativa&o=vd&id=1

[5] Art. 169 C.d.S. “Trasporto di persone, animali e oggetti sui veicoli a motore” : 1. In tutti i veicoli il conducente deve avere la piu’ ampia liberta’ di movimento per effettuare le manovre necessarie per la guida… 6. Sui veicoli diversi da quelli autorizzati a norma dell’art. 38 del decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1954, n. 320, e’ vietato il trasporto di animali domestici in numero superiore a uno e comunque in condizioni da costituire impedimento o pericolo per la guida. E’ consentito il trasporto di soli animali domestici, anche in numero superiore a uno, purche’ custoditi in apposita gabbia o contenitore o nel vano posteriore al posto di guida appositamente diviso da rete od altro analogo mezzo idoneo che, se installati in via permanente, devono essere autorizzati dal competente ufficio provinciale della Direzione generale della M.C.T.C…. 10. Chiunque viola le altre disposizioni di cui al presente articolo e’ soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 71 a euro 286 e con la decurtazione di un punto dalla patente

[6] Attenzione: le reti debbono essere movibili. Infatti, l’installazione di reti in modo permanente deve preventivamente essere autorizzata dal competente Ufficio Provinciale della Direzione Generale della Motorizzazione Civile

La responsabilità nel possesso di un animale. Ed il rispetto da offrire e da pretendere

Il problema della convivenza[1]

 di Samantha Mendicino

 

Quando si acquista un animale (soprattutto se cucciolo) o quando ci viene regalato, gli occhi del neo-arrivato e le sue morbide coccole ci distolgono da qualunque pensiero. Gironzola nella nostra mente, un pò come la “solitaria bollicina” della pubblicità della famosa acqua minerale, solo un pensiero: “Trooooppo bello… troooppo dolce… resterei solo con te!”.

Tuttavia, le cose non vanno così nè potrebbero. Non accade neppure quando nasce un bambino!

Dunque, la nostra vita prosegue con tutte le sue esigenze (lavorative, di svago e/o di necessità). E la presenza di un animale -soprattutto quando non lo si relega nella sua bella cuccia, solo soletto, esclusivamente a guardianìa della nostra casa- comporta proprio in quelle nostre attività quotidiane tutta una serie di quesiti che questa rubrica vuol tentare di sciogliere.

Personalmente, ricordo che con la mia prima rottweiller andavo dapperttutto (aule di tribunale escluse..), veniva con me anche negli uffici postali. Con la sua museruola, color nero, a mò di portafoglio (non era una di quelle di plastica, rigide, ma di tessuto), rimaneva in fila con me: seduta al mio lato destro, era immobile anche quando la folla era tanta e nonostante la concitazione di coloro che andavano avanti ed indietro. Le si muovevano solo gli occhi: presa a controllare che nulla di ciò che accadeva attorno a noi potesse essere un pericolo. Poi, un mattino, trovo un cartello “Io non possono entrare”.

In un attimo mi son nati mille pensieri (oltre ad una certa rabbia che, salendo dallo stomaco al cervello, fece diventare leggermente paonazzo il mio viso..): come mi comporto ora? Possono permettersi di farlo? Sarà legittimo?! E se entro facendo finta di nulla… che cosa rischio?

Ed allora: proviamo ad evitare di essere presi in contropiede e tentiamo di affrontare -mese dopo mese- questi dubbi perchè è giusto conoscere -come in tutte le cose- i nostri diritti ed anche i nostri doveri. Iniziamo a conoscere un pò meglio il rapporto tra il diritto e l’animale oltre a tutto ciò che, nella società, ruota attorno a questo universo.

Qual è il punto di partenza ed il principio cardine della “materia”? Il rispetto. Rispetto dobbiamo pretendere per i nostri diritti, anche da parte di chi non ama gli animali. Ma pari rispetto dobbiamo portare verso la società ed anche nei confronti di chi è “allergico” (non intendo solo in senso medico) ai nostri beniamini. L’eccesso di “legittima difesa” anche qui … non vale come scriminante!

 


[1] Per tutti coloro che dovessero avere dei quesiti in tema, si ricorda che l’e-mail della redazione a cui inviare qualunque richiesta e/o domanda e/o comunicazione e/o commento è: redazione@nuovefrontierediritto.it