Investigatori incaricati da coniugi traditi di pedinare e filmare le vite dei partner, alla ricerca di prove sull’altrui infedeltà: ma è lecito tutto ciò?

No!, se il pedinamento sconfina in ambienti riservati e privati, come l’altrui dimora. Si commette, in tali casi, un reato perché tale condotta interferisce nell’altrui vita privata.

A stabilirlo è la Corte di Cassazione [1], chiamata a decidere di un investigatore privato, incaricato da un marito di raccogliere informazioni sulla moglie, per documentarne l’infedeltà. Il detective si era messo sulle tracce della donna ed era riuscito a filmarla a casa dell’amante, grazie al consenso di quest’ultimo, mentre i due consumano un rapporto amoroso.

Inutile per l’imputato chiamare a propria giustificazione il fatto che l’uomo gli avesse concesso l’autorizzazione a infiltrarsi nel proprio domicilio.

Infatti, secondo i giudici, nel caso in questione si ha, comunque, una “interferenza nella vita privata” ai danni della moglie fedifraga. Chi infatti (come l’ospite) frequenta un luogo di privata dimora, anche se si tratta della casa di un’altra persona, confida nel fatto che quell’ambiente sia “privato” e, dunque, si comporta presumendo che le proprie condotte tenute saranno viste solo da quanti che in esso siano stati lecitamente ammessi.

[1] Cass. sent. n. 9235/2012.

 

Fonte: www.laleggepertutti.it

http://www.laleggepertutti.it/17950_tradimenti-lo-spionaggio-dellinvestigatore-privato-e-un-reato

 

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