Avv. Prof. Federica Federici – Docente a contratto Università Federico II di Napoli Diritto Costituzionale

“La scienza non è un’opinione: in campo scientifico una cosa è oppure non è” (Umberto Veronesi, 2001)

La bioetica abbraccia una vastità di temi complessi e delicati in una dicotomia tra laicismo e religiosità, tra corpo e mente, tra scienza, coscienza e spiritualità, oltre ad intrecciarsi con norme, informazione e media, culture e tradizioni, etica, filosofia ed istanze sociali, ars medica e medicina integrata ed alternativa, relazioni affettive.

Nell’inizio vita e fine vita, nella buona vita e buona morte, nell’intimo rapporto con il proprio corpo ricade il dibattito sempre più acceso dove i ruoli dei vari interlocutori toccano (contaminano?) la costruzione di un biodiritto, di una biotecnica e di una bioricerca che siano etici e condivisi.

I soggetti coinvolti rivestono infatti ruoli diversi, pensiamo al medico e al paziente, al professionista e alle istituzioni in uno scenario peraltro inter- e multi-disciplinare e inter- trans- e multi-culturale.

Trattasi di un campo minato… chi ti dà la vita e chi te la toglie? Una vita di qualità o in termini di quantità di anni? Che valore e significato ha la vita? Di conseguenza la malattia, lo stato vegetativo, la morte celebrale, la possibilità di cure e quali cure, la libertà di cura, l’aborto, il suicidio assistito, il testamento biologico, le vaccinazioni, l’accanimento terapeutico, la chirurgia estetica, il transessualismo, la medicina alternativa risvegliano la coscienza di tutti e pongono alla scienza giuridica quesiti di una complessità tale che contemperare gli interessi e le istanze sociali è impresa ardua. Inoltre vi è una responsabilità dell’informazioni che ostacola un dibattito serio costruttivo, sano ed obiettivo. Tanto che il vuoto normativo presta il fianco a strumentalizzazioni, manipolazioni, distorsioni e disfunzioni invece di affrontare in modo tecnico e laico le questioni sottese e individuare il confine esatto tra libertà di scelta e rischio di scelta di rinuncia e paura, asciando che non predomini la coscienza personale, ma la solitudine e la fragilità di chi si trova di fronte ad una scelta di bioetica.

L’Essere umano e la Natura un insieme della nascita e della distruzione, della vita e della morte. Se la Natura è la materia della vita, l’Essere umano è l’agente che scaturisce la reazione, in una mutazione continua: se la Natura muta, l’Essere umano muta pure. Ed è proprio in questa mutazione che dovremmo concentrare le nostre forze perché vi sia un diritto certo e rispondente al proprio Io, un Io che sia però sostenuto da consapevolezza e speranza, non disperazione e abbandono.

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