Necessitas non habe legem, sed ipsa sibi facit legem

Avv. Prof. Federica Federici – Docente a contratto Università Federico II di Napoli Diritto Costituzionale

Abbiamo assistito negli ultimi anni a scelte tragiche a causa della crisi epidemica prima e del conflitto bellico poi. La sensazione che sia necessario approfondire e riperimetrare i concetti di rischio e responsabilità alla luce del diritto emergenziale è profonda. Quadri di vita e scenari straordinari ed eccezionali hanno inizialmente richiesto un severi regime di disciplinamento sociale, ora rivendicano una riqualificazione giuridica mirata (e probabilmente non ordinaria) al fine  di pervenire ad una tutela piena dei diritti coinvolti. Prevenzione e controllo sociale, priorità e verità sono criteri ormai fondamentali per gestire per uscire da uno stato di emergenza permanente in cui sembriamo ormai rassegati a vivere, ma si deve fare i conti con il rischio che le istituzioni cedano all’autoritarismo in danno ai diritti, che sono per natura i suoi anticorpi e specchio dello stato di salute pubblica.

Tutte le infinite tematiche che riguardano l’emergenza meritano una dignità autonoma di trattamento, in particolare i concetti di rischio e di responsabilità. Il primo perché si è dimostrato sotto ogni aspetto concreto, “fisico” e non più astratto, dividendo scienza e politica, la seconda perché i modelli organizzativi nel diritto civile e gli elementi psicologici nel diritto penale hanno visto stravolgere i loro principi fondanti e le loro fonti.

L’intero sistema normativo, già complesso di suo, ha avuto uno stravolgimento, a partire dal suo sistema di gerarchia delle fonti. Inizialmente non si comprendeva neanche se versavamo in una catastrofe naturale o umano o in un tertium genus/ibrido. Tra scelte autoritarie e scelte di accomodamento, tra rigidità e forzature, tra eccessi precauzionali e repressivi, la salute pubblica, l’ordine pubblico, il lavoro, la sicurezza, l’economia sono entrati in una dimensione di evoluzione ed indeterminatezza inaudite.

Le regole nascono soprattutto dall’esperienza e non averne in epoca pandemica ha portato ad un allontanamento dalle categorie e fattispecie note, generandosi un nuovo scenario aleatorio, di misure per lo più inefficaci, se non impraticabili, sottratte ad un ancoraggio normativo e alle conquiste ormai raggiunte in numerosi ambiti.

La sostenibilità di un intero sistema è stata messa a dura prova. Il sapere scientifico ha vacillato. Il tecnicismo non ha aiutato. Lo stato di necessità tra ricadute ha mostrato risvolti antigiuridici. Il bilanciamento degli interessi (lavoro, salute, economia, ecc.) si è rivelato impossibile.  Il tutto in proporzioni significative in un sistema già deficitario, sacrificando i diritti in una misura senza precedenti.

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