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di

Rosalia Manuela Longobardi

 

Quotidianamente, quando ci troviamo di fronte a situazione di forte disagio mentale o psico – sociale, imputiamo alla “pazzia” le ragioni. Tuttavia non sempre ci è chiaro quando siamo di fronte a fenomeni patologici e quando no. Ancora, a mio modesto avviso, sono presenti  ideologie dei tuttologi dell’ultima ora che con una semplicità, per non chiamarla ignoranza , stabiliscono malattie mentali inesistenti.

Esistono diversi stadi e tipologie per classificazioni di un disturbo mentale; innanzitutto è bene distinguere il disturbo psichico da quello psicologico.

Il disturbo psichico può essere ritenuto quale processo patologico delle funzioni nervose, in alcuni casi viene inserito in quello psicopatologico ( per tali autori esso viene ricompreso in nella casi di disturbi della personalità). Il disturbo psichico rientra in quel vizio totale o parziale che viene richiamato dagli artt.88 e 89 c.p. in grado di escludere o scemare l’imputabilità, e per tale ragione esentare l’autore del reato dalle conseguenze dell’illecito.

Il disturbo psicologico è invece legato alla personalità dell’individuo al suo sviluppo e ai legami che un individuo.

La personalità, o meglio i tratti della personalità, sono definiti come i modi di sentire, rapportarsi e vivere con l’ambiente e gli altri; quello che è invece si manifesta con il disturbo è un modo distorto di sentire questa realtà.

Non esiste un solo disturbo della personalità, il DSM IV ne definisce tre grandi gruppi : quelli del gruppo A ( schizoide, paronoide e schizo-tipo) gruppo B 8 ( antisociale, borderline, isterico ) gruppo C ( disturbo evitante, dipendente, ossessivo compulsivo).

Secondo quanto si legge nel DSM IV il disturbo di personalità consta di una caratteristica essenziale un modello di esperienza interiore e di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative della società, e si manifesta in almeno due delle seguenti aree cognitive: cognitiva, affettiva , funzionamento interpersonale o controllo degli impulsi.

In tal senso il DSM IV parla di sindromi cliniche distinte qualitativamente.

Venendo ai “ mali” o malesseri della società contemporanea è opportuno soffermarsi sul gruppo B : il disturbo antisociale della personalità. Esso si manifesta nella prima adolescenza per poi crescere con l’avanzare dell’età adulta , è caratterizzato da una perdurante violazione e inosservanza dei diritti degli altri. Tratto essenziale del disturbo è una condotta manipolativa o disonesta che si acuisce con il crescere.

Gli individui con tale disturbo sono istintivi, irritabili e scontrosi e non è raro che tali stati emotivi vengono portati “in alto” fino allo scontro fisico. I fenomeni di violenza fisica o verbale attuata da questi individui non è mai finalizzato alla difesa degli altri o di sé, anzi mostrano scarso senso di cura della propria come dell’altrui incolumità.

Il soggetti con tale disturbo di personalità vengono spesso da realtà socio economiche di basso profilo, anche se talvolta questo tratto è stato osteggiato da coloro che temono ghettizzazioni, è fondamentalmente vero.

Spesso il disturbo è una reazione violenta e malata all’ambiente circostante, sono soggetti che hanno un inclinazione a disobbedire alla legge e a qualunque forma di autorità.

Un altro tipo di disturbo di personalità del gruppo B è il disturbo di personalità borderline.

Il disturbo è caratterizzato da modalità comportamentali quali cambiamenti umorali, marcata impulsività, instabilità delle relazioni interpersonali e bassa autostima.

Questi individui sono molto sensibili alle mutamenti ambientali. Hanno forti manifestazioni di rabbia quando si trovano dinnanzi a situazioni affettive di rottura o di scarsa considerazione del proprio lavoro. Sono spesso i tratti di personalità che caratterizzano la figura del mass murder, in particolare nel family mass murder ( nei contesti famiglicidi e figlicidi compiuti dalla figura paterna). Su evidenzia che nella successiva edizione del DSM sono in corso delle catalogazione di tali disturbi nell’ambito domestico come nuove forme?!; ne attenderemo l’uscita.

Sono individui insicuri che passano a idealizzare o al contrario demonizzare l’oggetto del loro amore, essi garantiscono protezione e bene in visione di una retribuzione affettiva che laddove non dovesse arrivare, può essere la molla per un’esplosione violenta e incontrollabile della rabbia e frustrazione interna. Spesso questi tratti sono presenti negli autori di femminicidi, dove i tratti di questi individui si mescolano pericolosamente a rapporti che nascono da persone legate da un legame: soggetto forte – soggetto debole.

In ultima battuta è in corso di pubblicazione il DSM-V propone per la valutazione dei Disturbi di Personalità un modello dimensionale- categoriale ibrido, seguendo il quale il processo di diagnosi del nostro soggetto dovrebbe passare attraverso diversi passaggi; Per valutare il funzionamento del Sé, è necessario esplorare le dimensioni dell’identità e dell’auto-determinazione, empatia e intimità.

In questa dimensione si prendono in considerazione diversi fattori quali la profondità e la durata dei rapporti interpersonali; il desiderio di vicinanza; la reciprocità degli interessi nel comportamento interpersonale.

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